CASTELLO DEL CATAJO
Battaglia Terme

Splendida residenza-fortezza fatta erigere da Pio Enea I degli Obizzi, inventore di un’arma da guerra che ancora oggi porta il suo nome: l’obice. Pare che in questo luogo vaghi cercando pace lo spettro di Lucrezia Dondi, moglie di Pio Enea II degli Obizzi, assassinata nella sua camera da letto durante la notte del 15 Novembre 1654 dopo aver respinto per l'ennesima volta le avances di un suo pretendente. Si racconta che si aggiri inquieta per le stanze dell'ultimo piano, mostrandosi spesso alle finestre vestita con un abito azzurro. Si dice che sul luogo del delitto sia ancora visibile il sangue che ella versò dalla gola quando venne uccisa. Sebbene non si dispongano di informazioni più precise in merito a questa presenza, il Catajo merita sicuramente una visita per gli affreschi dei G.B. Zelotti che decorano la parte nobile e del piacevole circondario dei Colli Euganei. Nel cortile ci si imbatte invece in una nicchia contenente una figura femminile, e una iscrizione:

“Gabrina giace qui vecchia e lasciva / qua dal vago zerbin portata
in groppa / che, benché sorda, stralunata e zoppa / si trastullò
in amor sinché fu viva.”

Cortigiana maliziosa, a quanto pare.

Alcuni decenni più tardi un’iscrizione trovata accanto ad alcune ossa a Prato della Valle fecero gridare al miracolo: erano quelle di Tito Livio, il grande storico latino nativo di Padova. Nel 1451 un braccio dello scheletro fu donato a re Alfonso d’Aragona, prima di rileggere bene l’iscrizione e scoprire che… si trattava sì di “un” Tito Livio, che però era uno schiavo liberato che nulla aveva a che vedere col letterato.


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